Capocasale

alcune foto del Rione

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        Probabilmente il nome a tale Rione, deriva dalla sua posizione fisica, rispetto agli altri rioni, sorgendo più in alto,quindi in capo al Casale; o forse perchè fu il primo ad essere abitato, poiche sorgendo su un declivio permetteva, alle acque piovane di defluire facilmente a valle salvando le case. se degli altri Rioni possiamo dire che erano autonomi, Capocasale lo era ancora di più, nella zona "Parrera" si trovavano le "forgitelle" un specie di fornelli rudimentali all'aperto, dove gli artigiani eseguivano lavori di pulitura e stagnatara di vasellami per uso domestico, ben altra cosa erano le "forge", alcune arrivavano quasi a livello di fonderie, molte campane qui prodotte ancora suonano in varie Chiese della Calabria. Tale attività durò fino agli anni '30 ad opera delle fonderie dei f.lli Valentini, per inciso Alfonso e Giovanni venivano chiamati "mastri d'angelo" per la loro bravura nel fondere le campane. Esistevano, inoltre piccole botteghe di calderai, che producevano e vendevano i loro manufatti di rame; fabbri ferrai, che producevano utensili: zappe, tridenti, roncole, falci, cardini, chiavistelli, cancelli ed inferriate per balconi di pregevole fattura, alcuni esempi si possono vedere ancora oggi in Dipignano, sui vari balconi di antichi palazzi e non, ricordiamo il palazzo Serra, Il palazzo Plastina, il palazzo Mele, il palazzo Valentin. Esisteva pure a Capocasale una bottega di generi alimentari, dove si vendevano poche cose;la pasta lunga che veniva venduta sfusa e a peso in una carta violacea, quella corta in una specie di imbuto realizzato con la stessa carta violacea o gialla, che era ancora più pesante, e poi baccalà, aringhe, sapone, petrolio per i lumi. Esisteva pure una cantina costituita da un banco per la mescita del vino, dove sopra vi era una damigiana con rubinetto, ed un recipiente d'acqua dove venivano lavati i bicchieri usati. Il crocevia era un luogo molto importante per il rione, nelle foto si possono ravvisare le quattro strade che si incrociavano "allu crucivia" e li avevano sede: le Poste, le Scuole, la Pretura e la Casa comunale. Le donne partecipavano all'economia domestica con l'allevamento del baco da seta, che coltivano in  soffitta e  scantinati e con rudimentali attrezzi di legno filavano e tessevano la seta che se ne ricavava. Vi è memoria ancora di una filanda in località "Chiusa". Infine con canne e giunchi si costruivano canestri e panieri, cosa che ancora oggi qualcuno fa per passatempo.